Giochi psicologici

  • Dr.ssa Manuela Giago
Giochi psicologici monza

Capita a volte di ritrovarci in situazioni già vissute, in comunicazioni spiacevoli in cui ci rendiamo conto di allontanarci dall’altro con una sensazione di amaro in bocca e avvertire un’inevitabile ripetitività.

Ma cosa ci succede? Come mai tutto questo accade sotto i nostri occhi ogni giorno e non riusciamo a comprenderne le cause? Cosa ci spinge a creare tensioni e malintesi proprio con le persone che più amiamo o con quelle che frequentiamo più spesso?

Forse, nella maggior parte dei casi, ci ritroviamo incastrati in un gioco psicologico inconsapevole.

Ma cosa sono questi giochi psicologici e come facciamo a riconoscerli e successivamente evitare di sprecare tutta questa energia per metterli in atto?
Nel gioco psicologico avviene uno scambio comunicativo tra i partecipanti in cui si percepisce qualcosa di distorto, fastidioso, che procura una sensazione negativa e stati d’animo spiacevoli. Tutto ciò avviene in modo ripetitivo, frequente e soprattutto è un’azione inconsapevole.

Le persone giocano tra loro perché hanno la necessità di sentirsi riconosciuti dagli altri, ma non essendo in grado di ottenere riconoscimenti positivi all’interno della relazione, utilizzano scambi disfunzionali ottenendo però dei riconoscimenti negativi.

Quando spiego questo concetto ai miei pazienti mi piace utilizzare un’immagine concreta e alla portata di tutti: l’essere umano ha necessità di nutrirsi di cibo per sopravvivere. Se ha a sua disposizione alimenti sani e gustosi, potrà nutrirsi nel migliore dei modi e rendere il proprio corpo energico e robusto. Ma proviamo ad immaginare cosa potrebbe succedere nel momento in cui ci si ritrovasse senza cibo, avendo comunque il bisogno di nutrirsi per sopravvivere. Cosa farebbe? Sicuramente sarebbe molto affamato e andrebbe alla ricerca di qualsiasi tipo di cibo, anche quello poco saporito, fino ad arrivare magari a qualcosa di nocivo e tossico per il proprio organismo.

I riconoscimenti per ognuno di noi sono fondamentali come il cibo che mangiamo o l’aria che respiriamo e se non abbiamo a disposizione “carezze” positive, cercheremo in tutti i modi di ottenerle, anche accontentandoci di quelle negative.

Tutto questo ci spiega perché mettiamo in atto i giochi con le persone che ci sono vicine nella relazione, da cui vorremmo sicuramente essere visti e riconosciuti e ciò ci spinge a reiterare la situazione all’infinito.

Per riuscire ad abbandonare questa modalità relazionale negativa dovremmo innanzi tutto diventare consapevoli del gioco che stiamo giocando, della nostra non autenticità e della poca intimità che creiamo con l’altro. È importante dare valore a noi stessi, smettere di svalutarci e di svalutare chi è di fronte a noi, iniziando a comprendere la necessità di ricercare ciò di cui abbiamo bisogno (i riconoscimenti) in un modo più sano ed equilibrato.

Impariamo a dare riconoscimenti a noi stessi, ad accettare le “carezze” che ci vengono date dagli altri e a dare agli altri questi riconoscimenti, allontanando una volta per tutte i riconoscimenti negativi di cui non abbiamo bisogno per vivere.

Dr.ssa Manuela Giago
Centro Acacia: Psicologia e Psicoterapia - Monza


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